La prima grammatica di cabilo in italiano

È uscita la prima grammatica di cabilo in lingua italiana.
Si tratta della traduzione della grammatica scritta originariamente in francese da Kamal Naït-Zerrad, tradotta in italiano e curata da Vermondo Brugnatelli e Anna Maria Di Tolla:

Zerrad-Grammatica
Kamal Naït-Zerrad, Grammatica moderna di lingua cabila, Milano, Centro Studi Camito-Semitici, 2008
[ISBN 978-88-901537-1-6 - p. xvi-193; copertina : Abder Yefsah]

Tra tutte le lingue berbere del Nordafrica, il cabilo, la varietà parlata da milioni di persone in Algeria, è quella che possiede oggi il più vasto corpus di testi letterari pubblicati a stampa. L’editoria in cabilo ha preso slancio soprattutto a partire dagli anni Ottanta, non solo con le raccolte di autori antichi, ma anche con numerose opere moderne che vanno dal romanzo alla novella, dai saggi alla poesia, dalle opere di teatro alle canzoni impegnate dei grandi cantautori cabili (Idir, Matoub, Ait Menguellet, Ferhat...).

Dopo uno sciopero scolastico che ebbe l’adesione totale degli studenti cabili per tutto l’anno scolastico 1994-95, a partire dal 1995 il cabilo è entrato ufficialmente nell’insegnamento statale algerino. Oggi, dopo oltre dieci anni, esistono molte migliaia di giovani cabili in grado non solo di parlare ma anche di leggere e scrivere la propria lingua. Si tratta di un fatto fin qui sconosciuto in Nordafrica, dove il berbero è stato per secoli una lingua esclusivamente orale. Come conseguenza di questo aumento dell’alfabetizzazione si assiste in questi anni a uno sviluppo eccezionale dell’editoria in cabilo, pubblicata non più solo in Francia ad uso di poche élites di emigrati colti ma anche e soprattutto in Algeria e ad uso dei lettori di quel paese.
Questa circostanza eccezionale rende particolarmente opportuno l’approntamento di strumenti che rendano possibile accostarsi a questa vivace produzione letteraria, spesso di qualità anche se sconosciuta al pubblico italiano ed europeo.

In questa grammatica vengono anzitutto presentati il sistema di trascrizione e le regole dell’ortografia, secondo le più recenti raccomandazioni degli specialisti. Seguono l’analisi delle strutture morfologiche e sintattiche della lingua, esposte in modo chiaro e corredate da numerosi esempi che illustrano i diversi punti della grammatica. Un’attenzione speciale viene inoltre accordata alla sintassi, quasi completamente trascurata nelle opere precedenti. Nella traduzione si è mantenuto lo stile espositivo chiaro dell’originale, accostando quando è parso necessario, termini linguistici propri della tradizione grammaticale italiana.

La traduzione in italiano di questa grammatica permetterà anche al pubblico italiano, in particolare ma non solo agli studenti universitari, di disporre di un valido strumenti per lo studio di una delle varietà di berbero dalle espressioni letterarie più ricche e consolidate. Fino ad ora per studiare il berbero in Italia esistevano solo due grammatiche, relative ad altre regioni del Nordafrica:

- una grammatica di una certa ampiezza, completa di testi e di un vocabolarietto, ma piuttosto antiquata, sul berbero della Libia: Francesco Beguinot, Il Berbero Nefûsi di Fassâto, Roma, Istituto per l’Oriente, 19422 (I. ed. 1931)

-un altro testo dedicato ai parlari del centro del Marocco, utile per avere un’idea dei dialetti di quelle regioni, anche se dai contenuti più essenziali: Olivier Durand,  Lineamenti di lingua berbera. Varietà Tamazight del Marocco centrale, Roma, Università degli Studi “La Sapienza”, 1988.