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Associazione Culturale Berbera
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5° Festival Berbero di Milano 29-30-31 maggio 2015

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Venerdì 29 maggio - ore 21
alla Casa della Cultura (via Borgogna 3):

dibattito/tavola rotonda, in collaborazione con l’Università di Milano-Bicocca, su:
"La situazione dei berberi e delle minoranze dopo le 'primavere' del Nordafrica"

Interverranno:
Ahmed Adghirni (Marocco)
Kamal Eddine Fekhar (Algeria)

introduce: Vermondo Brugnatelli
modera: Cecilia Zecchinelli

Ingresso Libero

come si arriva in via Borgogna:
Metropolitana Linea 1 (rossa) (fermata "San Babila")
Bus 54, 60, 73 (fermata in via Durini)

Gli avvenimenti che hanno scosso il Nordafrica nel corso del 2011 hanno portato alla caduta di tre regimi in Tunisia, Libia ed Egitto, ma hanno avuto forti ripercussioni anche nel resto del subcontinente. In Algeria, dove già nel 2001 vi era stata una "primavera" democratica, soffocata nel silenzio dei media occidentali, il potere ha mantenuto saldo il proprio controllo, ma da più parti si alzano voci che reclamano un cambiamento. In Marocco una nuova costituzione ha cercato di venire incontro alle richieste di maggiore democrazia, ma l'insoddisfazione è ancora molto diffusa. Due esponenti dei movimenti per la democrazia in Algeria e Marocco illustreranno la situazione nei loro due paesi, colpevolmente trascurata dalla stampa italiana ed europea.


AdghirniChi è Ahmed Adghirni

Ahmed Adghirni è nato ad Aït Baamrane, nella regione del Souss, nel sud del Marocco, il 5 maggio 1947. È un avvocato ed è molto impegnato sia come militante della cultura berbera sia come uomo politico ed attivista per i diritti dell'uomo.

Ha frequentato le scuole primarie e secondarie nella sua regione natale (soprattutto a Tiznit e Taroudant), e prese la maturità a Marrakech. Nel 1967 andò a Fez per continuare i suoi studi presso l'Università di quella città. Da tempo vive e lavora a Rabat.

Con il suo collega Hassan Id Belkassm fa parte dei militanti che hanno creato l'importante associazione culturale berbera Tamaynut a Rabat nel 1978.
Membro dell'ANCAP (Association Nouvelle pour la Culture et les Arts Populaires, una delle prime associazioni culturali berbere in Marocco), dal 1995 al 1997 è stato presidente del CNC (Conseil National de la Coordination, il primo organismo di coordinamento tra le associazioni culturali berbere), nel cui ambito pubblicò la rivista Amezday ("l'unione"). È stato anche molto attivo nell'ambito del Congresso Mondiale Amazigh, partecipando tra l'altro al "precongresso" di Saint-Rome-de-Dolan (1995) ed al primo congresso di Tafira (agosto 1997).

Romeo e Giulietta Il suo impegno per la preservazione e la diffusione della lingue e della cultura è testimoniato da numerose opere, tra cui si ricordano la versione di Giulietta e Romeo in berbero, da lui pubblicata nel 1995, ed un lessico di neologismi di ambito giuridico del 1996.
Per contrastare il panarabismo che in Marocco relegava i berberi al rango di cittadini di serie B e manteneva le regioni berberofone nella miseria e nel sottosviluppo, nel 2005 fondò, a Marrakesh, il Partito Democratico Amazigh, che però venne messo al bando ed escluso dalla partecipazione alle elezioni.





Sunto dell'intervento di Adghirni
(in italiano):
Le condizioni degli amazigh nel Nordafrica e nel Sahel (pdf)

(in francese):
Les situations des amazighes en Afrique du Nord et au Sahel (pdf)
FekharChi è Kameleddine Fekhar

Il dr. Kameleddine Fekhar è nato nella città di Ghardaia, nella regione berberofona dello Mzab (sud dell'Algeria), il 9 Febbraio 1963, è sposato e ha sette figli. Di professione fa il medico.

- Nel 1998 aderisce al partito di opposizione FFS, e fino al 2009 è stato eletto a più riprese primo segretario della Federazione di Ghardaia; dopo 11 anni non si ripresenta per dimostrare concretamente la volontà di praticare l'alternanza democratica. Inoltre, per diversi anni è stato membro del Consiglio Nazionale e della Segreteria Nazionale, ma ha dato le dimissini e poi si è ritirato dal partito FFS nel settembre 2010 dopo aver constatato che questo partito si era discostato dalla linea politica di opposizione al regime dittatoriale algerino.
- È membro del Consiglio nazionale della Lega algerina per la difesa dei diritti dell'uomo (LADDH), nonché fonfatore dell'ufficio di Ghardaia della lega stessa.
- Presiede la fondazione TIFAWT per la conservazione e la promozione dell'identità e della cultura tamazight degli Mzabiti.

- Si prodiga nella difesa dei diritti umani con i suoi scritti e le sue denunce pertinenti e coraggiose degli eventi e delle violazioni dei diritti umani in Algeria, in particolare nella regione di Ghardaia, dove ha lavorato per la divulgazione della cultura di rivendicazione dei diritti e delle libertà, il rispetto dei diritti umani e il rispetto per l'altro nelle sue differenze. Inoltre è attiva nel conservare l'identità della popolazione Mzabita della regione, che è in via di estinzione, e si batte per ottenere il riconoscimento ufficiale della loro esistenza, e la tutela dei loro diritti, conformemente agli impegni presi in proposito dallo Stato algerino nei vari trattati e accordi internazionali.
- Si batte anche per l'instaurazione di una vera democrazia in Algeria, unica garanzia di uno Stato di diritto e del rispetto duraturo dei diritti umani.

- A causa dei suoi scritti e delle sue ferme prese di posizione contro le ingiustizie e gli abusi del regime algerino, è stato il bersaglio preferito dei servizi di sicurezza e della magistratura, come  confermano le continue vessazioni, gli arresti e i numerosi interrogatori e le lunghe azioni penali cui è stato sottoposto.
- È stato imprigionato per cinque mesi nel 2004 e per una settimana nel 2013, in corrispondenza di due momenti  in cui la comunità Mzabita venne fatta oggetto di attacchi ingiustificati, sia da parte delle forze di polizia sia da parte di teppisti e delinquenti comuni, non contrastati dalle forze dell'ordine.
- Per oltre 11 anni, fino al 2013, à stato sospeso dal suo posto di lavoro presso l'ospedale di Ghardaia e gli è stato impedito di esercitare la sua professione di medico.
- Dopo gli eventi di Ghardaia del 2004 è stato ingiustamente sospeso dal suo mandato elettorale come membro del consiglio comunale (APC) di Ghardaia).

In seguito alle persecuzioni poliziesche ed alle continue e pretestuose azioni giudiziarie contro di lui, il suo caso è stato pubblicato, nei rapporti annuali del 2010, di Amnesty International (AI) e della Federazione internazionale per la difesa dei diritti dell'uomo (FIDH).

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